Quante volte mi sento chiedere: “Micol, qual è la differenza tra cuoio e pelle?”
E con il sorrisino sulla faccia, di chi sa già che la reazione alla mia risposta potrebbe essere un insieme di stupore, sgomento e perplessità, rispondo sempre: NON ESISTE!!
Se vogliamo fare proprio le professoresse, sarebbe sbagliato anche utilizzare il termine PELLE, perché con questo ci si riferisce al rivestimento più esterno del corpo di un animale.
Quando incontriamo sulle etichette la dicitura “VERA PELLE”, sta ad indicare l’origine del materiale con cui è realizzato il determinato prodotto, ma in termini tecnici non viene utilizzata la pelle in se, ma il PELLAME, ovvero la pelle conciata.
In questo articolo ho spiegato come riconoscere la vera pelle.
La pelle dell’animale, per essere lavorata e utilizzata nell’ambito della pelletteria, arredamento e tappezzeria, deve essere, appunto, conciata, ovvero trattata con sostanze vegetali o chimiche che hanno la funzione di evitarne il deterioramento e mantenere le fibre elastiche e durature nel tempo.
Da dove deriva la pelle che viene utilizzata in pelletteria?
La pelle utilizzata nel settore manifatturiero è principalmente di origine bovina e altro non è che un prodotto di scarto dell’industria alimentare.
Quindi non viene ucciso nessun animale al solo scopo di utilizzare la sua pelle, se non per alcuni esemplari come coccodrillo, struzzo o pitone, che sono allevati principalmente per la loro pelle, ma sono pellami che non utilizzo per scelta nel mio laboratorio.
(Mi preme sottolineare il fatto che, se non esistesse la concia, con la sua attività di upcycling, la pelle diventerebbe solo uno scarto dall’industria alimentare che dovrebbe essere seppellita in discarica o incenerita in termovalorizzatori e questo causerebbe un aumento di rifiuti e più emissioni di gas serra per, appunto, smaltirla)
Ok, dopo aver definito questo piccolo errore etimologico e spiegato l’origine della pelle, la fatidica domanda resta!
Quindi la differenza tra cuoio e pellame esiste o no?
Dipende! Mi spiego meglio! Ebbene, queste due parole si riferiscono allo stesso identico materiale, ovvero la pelle che, dopo essere stata conciata, viene suddivisa per i diversi usi:
Per esempio, il cuoio da suole è il groppone, in quanto più spesso e con fibre più compatte, mentre fianchi e spalle vengono utilizzate per la pelletteria e il settore calzaturiero.
La differenza nasce in passato, quando con il termine cuoio ci si riferiva ad un pellame molto rigido e spesso, conciato al vegetale e che veniva, e viene tutt’ora, utilizzato per realizzare suole per scarpe o selle per cavalli.
Con il termine pelle, invece, si identificava un pellame dallo spessore minore e più morbido, utilizzato per l’abbigliamento o l’arredamento.
Ad oggi questa differenza è ancora ben ancorata nell’immaginario collettivo e culturale, tanto che se ti trovi di fronte ad una cintura descritta come “in vero cuoio” e ad un’altra definita come “in vera pelle” molto probabilmente sceglierai quella in cuoio perché ti darà l’idea di essere più resistente, spessa e duratura!
Ma cuoio e pelle condividono la stessa origine, hanno la stessa garanzia di durare negli anni, sono solo utilizzati per diversi specifici prodotti.
Conclusioni
In generale, quindi, non possiamo affermare che esista un pellame migliore di altri. Semplicemente la scelta è condizionata in considerazione del prodotto che si vuole realizzare.
Esistono differenti tipi di pellame che, per le proprie caratteristiche intrinseche, meglio si prestano ad alcuni prodotti piuttosto che ad altri.
Alcuni sono più sottili e leggere, altre hanno un fiore fine, altre sono più spesse e altre ancora più rigide.
Tutto dipende dalle caratteristiche che il prodotto finale deve garantire al consumatore.
In poche parole possiamo dire che il cuoio è una tipologia di pellame, il quale racchiude tutto l’insieme delle pelli conciate.