Abbiamo definito i diversi e più comuni tipologie di pellami, e visto come la pelle viene conciata per ottenere il cuoio, ma ora voglio spiegarti come si suddivide la qualità del cuoio e come, dopo la spaccatura, la pelle viene catalogata e lavorata.
Come si lavora il cuoio
Siamo in conceria, più precisamente nella fase di lavorazione di riviera, e ci ritroviamo con una pelle gonfia e molto spessa che deve quindi essere assottigliata, ma come procedere?
In termini tecnici, la pelle deve essere spaccata, cioè divisa in due o più strati in base al suo spessore, tramite un apposito macchinario chiamato spaccapelli.
Questo presenta una fessura attraverso la quale deve essere inserita la pelle stesa e dove troviamo sopra un peso e sotto una affilatissima lama che divide in maniera orizzontale la pelle.
Un pò come quando staccate un adesivo dal suo foglio originale! Inizialmente avete un unico pezzo di carta, ma una volta staccato lo sticker avrete quest’ultimo da una parte e la base dall’altra.
A questo punto ci troviamo con la parte superficiale, che è quella più pregiata, chiamata fiore e la parte sottostante, meno pregiata, denominata crosta, che può essere spaccata ulteriormente se lo spessore ottenuto lo consente, ottenendo così la sottocrosta.
La spaccatura può essere effettuata su pelli grezze, su pelli semiconciate, oppure su pelli finite.
Tale scelta dipende dallo spessore della pelle originale, che se è maggiore rispetto al quello che si necessita al finale, viene spaccato durante la fase di semiconciatura, così da poter conciare e rifinire le croste come si desidera in maniera separata. Avremo così due scelte:
Spaccatura prima della concia
La pelle viene spaccata a monte così da poter conciare fiore e crosta in maniera differente e ottenere una qualità maggiore di quest’ultima.
Spaccatura dopo la concia
La pelle viene spaccata dopo essere stata conciata, così da abbattere i costi di procedere con due conce differenti, ma la qualità della crosta sarà inferiore.
Ma quindi con questa crosta cosa posso fare?
Ci tengo a precisare che questi pellami sono definiti a tutti gli effetti materiali in vera pelle, hanno solo una qualità e prezzi minori rispetto al fiore
Le croste ottenute da pelli di ovini e capre vengono utilizzate per ottenere il cosiddetto pellame scamosciato, che si presenta morbido, con effetto quasi vellutato e con l’assenza di quella texture propria della pelle.
Le croste ottenute da pelli di bovini, invece, hanno uno spessore più alto, e conservano un valore importante, e, oltre a poter diventare anch’essi pellami scamosciati, possono essere stampate e/o tinte per ottenere svariati modelli e texture.
Avendo, inoltre, fibre più chiuse e meno elastiche, vengono usate maggiormente per calzature e borse e meno per l’abbigliamento.
Le croste ottenute da pelli di vitello sono considerate le più pregiate in quanto risultano morbide e setose al tatto e sono adatte per calzature e borse di qualità.
Ora che abbiamo definito cos’è la crosta, passiamo allo strato più esterno della pelle dell’animale (quello ricoperto dal pelo, per intenderci), ovvero il fiore, che si suddivide in:
Primo fiore o fiore pieno
E’ il pellame di qualità più pregiato che, prima di essere conciato viene passato ad un attento vaglio specialistico in quanto, una delle caratteristiche fondamentali è la visibilità dei pori.
Dopo la concia, il pellame di primo fiore subisce solo i trattamenti all’anilina o semi-anilina e il risultato che si otterrà sarà una superficie caratterizzata da rugosità più o meno accentuate a seconda delle diverse zone e non risulterà levigata, lucidata e perfetta.
Di conseguenza, una pelle troppo omogenea che mostra grana tutta uguale non è sicuramente un primo fiore, ma potrebbe essere un fiore corretto.
Fiore corretto
E’ sempre un pellame di alta qualità, ma è quello che non può essere definito primo fiore in quanto presenta delle imperfezioni evidenti.
Stiamo pur sempre parlando di animali che possono ferirsi, graffiarsi, e la loro pelle racconta la loro storia, oltre ad essere un prodotto di scarto dell’industria alimentare.
Tra le caratteristiche pregiate della pelle vi è esattamente la sua naturalezza e quindi le sue imperfezioni, ma talvolta si procede ad una seconda lavorazione per rendere la superficie omogenea o realizzare texure particolari.
Il pellame viene, quindi, smerigliato per uniformarlo e successivamente corretto con una stampa a caldo di una trama che può essere quella Dollaro, la più diffusa, quella più complessa del Saffiano, quelle che ricordano la pelle di rettile, o qualsiasi richiesta che il cliente abbia in mente!
Questo tipo di pellame viene utilizzato in molti settori, dagli accessori in pelle, all’arredamento e grazie alla sua superficie omogenea, la pelle fiore corretto risulta più facile da pulire.